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L'ISOLAMENTO

Cavallino rosa

Nel dopoguerra Sassu, malgrado il sostegno del gallerista Cairola, non partecipa né alla Nuova Secessione artistica italiana, il cui manifesto è del 1 ottobre 1946, né al seguente Fronte nuovo delle Arti, conclusosi nel 1948, che vedono tra i promotori Renato Birolli ed Emilio Vedova.

Del resto la sua produzione pittorica è lontana dal neocubismo picassiano che, seppure con varie modificazioni e interpretazioni, costituisce un esempio di rinnovamento per molti altri artisti. Ciò determina una situazione di isolamento dell’artista, che cerca nuovi spazi e modi espressivi.

inizio pagina IL PERIODO 1948-61

Ciclista

Dopo un fallito tentativo di avviare un proprio laboratorio di ceramica in Val Ganna, conclusosi nel 1947, si stabilisce ad Albisola. Nella cittadina ligure, dove riallaccia i rapporti con l’amico Tullio Mazzotti che gli mette a disposizione la propria fabbrica di ceramica, inizia un lungo periodo di lavoro che occupa gli anni tra il 1948 e il 1960-61.

Fra gli altri artisti che vi operarono in quel periodo sono da annoverare Fontana, Agenore Fabbri, Angelo Del Bon e più tardi Roberto Crippa, Enrico Baj, Sergio Dangelo, Wilfredo Lam, oltre agli appartenenti al gruppo Cobra: Asger Jorn, Guillaume Corneille e Karel Appel. Alcuni di questi sono rappresentati nel murale Cronache di Albisola, un olio del 1948, successivamente smembrato.

inizio pagina L'ATTIVITA' DIVERSIFICATA
Sassu, Fontana e Fabbri, grazie all’amico architetto Osvaldo Borsari, ottengono numerose ordinazioni per oggetti d’arredamento come maniglie in ceramica, piatti, piccole sculture decorative.

Il soggiorno ad Albisola rappresenta per Sassu l’occasione di svolgere un’attività artistica estremamente diversificata: si dedica alla produzione di opere di ceramica, dove soprattutto predomina il motivo del cavallo; riprende la sperimentazione scultorea, iniziata con il Ciclista del 1939, dove unisce il senso di plasmabilità della materia alla continua ricerca della concretezza di cose e figure nello spazio; nell’ambito pittorico prosegue il discorso, avviato dagli anni ’30, di elaborazione di un linguaggio personale attento sia alla realtà contemporanea sia al mito.