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L'INTERESSE VERSO LA TECNICA

Il bagno di Diana

L’interesse di Sassu per la ceramica risale ai secondi anni ’30, quando conosce le officine di Albisola di Tullio Mazzotti e il gruppo di artisti, tra i quali Farfa, che vi gravitano intorno. Già di quel periodo sono i suoi primi esperimenti con questa tecnica.

Ma il lavoro più significativo, quantitativamente e qualitativamente, risale al secondo dopoguerra, quando si stabilisce per un lungo periodo, fino ai primi anni ’60, nella cittadina ligure. Opera allora in un clima di fervida collaborazione con tanti altri artisti presi dalla medesima passione: Fontana e Agenore Fabbri, in primo luogo, ma anche il vecchio pittore chiarista Angelo Del Bon, i giovani nucleari milanesi Roberto Crippa, Enrico Baj e Sergio Dangelo, gli espressionisti astratti nordici del gruppo Cobra (Asger Jorn, Karel Appel e Guillaume Corneille), il surrealista cubano Wilfredo Lam.

inizio pagina LE OPERE CERAMICHE

I miti
del Mediterraneo

La produzione di Sassu, come degli amici di Albisola, è molto diversificata: comprende sculture in senso stretto, tra le quali spiccano i cavalli, ma anche oggetti di arte applicata, dalle bottiglie riflessate ai piatti e alle maniglie, che diventano occasione di una ricerca sperimentale sugli effetti cromatici e sui materiali.

Nel complessivo itinerario artistico di Sassu la pratica della ceramica introduce al successivo interesse per la scultura. D’altra parte la sua produzione di opere in ceramica continua intensa anche dopo quegli anni.

Ultimo grande risultato in questo campo è da considerarsi il monumentale murale in ceramica I miti del Mediterraneo: realizzato nel 1992-93, è collocato nella nuova sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, nel lunettone centrale della parte alta dell’edificio.